L’Australia è famosa in tutto il mondo per i maestosi scenari infuocati del suo entroterra ele Ayers Rock sono decisamente l’immagine più iconica e rappresentativa di questo deserto.
Uluru è il più imponente massiccio dell’outback australiano che svetta sulla superficie, altrimenti completamente piana del bush. Le pareti del monolite non sono lisce come appaiono, ma nascondono sorgenti d’acqua, caverne e dipinti aborigeni.
È stato inserito nella lista dei Patrimoni mondiali dell’UNESCO nel 1987 ed è soprattutto la sua colorazione a renderlo davvero unico: a seconda dell’orario e della stagione la tonalità può variare dal rosso, all’ocra, all’oro, passando per il bronzo e il viola.
La formazione di Uluru
Uluru è una gigantesca cupola di arenaria rossa ed è considerata la roccia più grande del mondo. La sua formazione risale a più di 900 milioni di anni fa ed è il risultato di fenomeni di ossidazione (è costituito in larga parte di ferro), sedimentazione e successiva erosione.
Il monolite è infatti lungo circa 3,6 chilometri, è alto 370 metri sopra la superficie terreste e ben 7 chilometri sottoterra. Uluru per questo è sì un monolite, ma è più precisamente una parte di una formazione rocciosa monolitica composta da un blocco di roccia arenaria in gran parte sotterranea.
Alcuni scienziati sostengono che questo immenso monolite sia in realtà quello che resta di una luna terrestre, molto simile morfologicamente alla marziana Phobos, caduta circa 3,5 miliardi di anni fa.
Luogo sacro agli aborigeni
Uluru, il cui nome si pensa derivi dalla parola “ulerenye” che significa “strano”, è considerato un luogo sacro per gli aborigeni che ritengono che Uluru sia nato durante il Dreamtime, ossia il tempo della creazione e che sia, ancora oggi, casa di spiriti e divinità.
La maggior parte dei miti su Uluru sono segreti degli aborigeni che non vengono tramandati all’esterno, ma è possibile vedere quanto queste credenze siano radicate nella cultura dei nativi del luogo osservando le numerose pitture presenti sulla superficie del monolite.
Formalmente il luogo venne “riconsegnato” dal governo australiano agli indigeni degli Anangu nel 1985 stabilendo due condizioni:
- Il monte avrebbe dovuto essere gestito in concerto sia dagli aborigeni che dal governo australiano;
- Sarebbe stato concesso agli alpinisti e ai turisti di scalare la roccia di questo monte.
Per ragioni di sacralità del luogo è infatti permesso fotografare solo una parte del monolite, non tutto.
Salire su Uluru
L’ascesa non era una semplice passeggiata: gli scivolamenti per via della superficie ripida e liscia, il rischio insolazioni per le temperature e gli attacchi di cuore non sono stati infrequenti, tanto che si crede siano legati a qualche divinità scontenta…
Le popolazioni aborigene hanno infatti chiesto più volte ai turisti di non scalare Uluru perché si tratta di un luogo sacro e dal 2019 sono state finalmente ascoltate, tanto che la salita è ora interdetta.
Un viaggio nel Parco Nazionale Uluru-KataTjuta
Il monte Uluru si erge nel Territorio del Nord e, insieme a Kata Tjuta e Monte Conner,forma le Ayers Rock nel Parco Nazionale Uluru-Kata-Tjuta.
Le distanze in Australia non sono mai scontate: il monolite si trova infatti a circa 450 chilometri da Alice Springs, la città più vicina. Kata Tjuta, si trova a 25 km da Uluru e si estende per oltre 21 chilometri, con 36 cupole costituite da granito, basalto e scisto. Il Monte Conner dista invece 88 km da Uluru.
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