Dopo essere stata premiata come una dei tre migliori agenti di viaggi iscritti al corso di formazione online Oman Academy, Gabriella Musso ci racconta com’è nata questa passione e ci dà qualche dritta su cosa vedere per la prima volta in Oman.
1. Gabriella da dove nasce l’idea di creare un intero portale Evolution Travel dedicato all’Oman?
E’ un’idea che è nata approfondendo la conoscenza verso questa destinazione. Non conoscevo l’Oman… fra tante iniziative che mi pervengono nella posta, per caso ho ricevuto un invito a partecipare ad un corso on-line riguardante questa destinazione, non era particolarmente impegnativo: ho letto le informazioni e “sono partita”.
Il corso mirava a far conoscere questa Terra ed era promosso dal Sultanato dell’Oman: il Sultano desidera divulgare la conoscenza dei luoghi, del suo popolo e delle tante bellezze che lo caratterizzano; per questo ha stanziato fondi, aperto uffici dedicati al turismo, ecc…
Ho sempre amato l’Oriente e il Medio Oriente e appena entrata in Evolution Travel, avevo già espresso questa mia passione: mi attira tutto ciò che è “diverso” dalla nostra cultura: tradizioni, colori, la storia, non perché rinneghi le nostre tradizioni, bensì perché ritengo interessanti anche le altre.
Credo che ognuno di noi abbia un sogno, una strada che segue più volentieri e verso la quale si incammina in modo naturale. Fin da bambina, leggevo e mi appassionavo ai paesaggi orientali e alle sue genti, ai costumi colorati, alle foreste e ai deserti. Avevo letto tutti i libri di Salgari e mi spiaceva di averli “esauriti”, sperando, un giorno, di poter visitare almeno qualche località narrata in quei racconti. Tornando alla mia decisione di dedicarmi all’Oman, direi che il motivo principale che mi ha spinta verso questo luogo ancora poco conosciuto, è stata la stima per il personaggio da cui era partita l’idea: il Sultano Qaboos Bin Said che, dalla salita al trono nel 1970, ha dedicato le sue maggiori risorse al popolo. Studiando in Europa, ha compreso che era suo dovere cambiare radicalmente la situazione e, in 30 anni, investendo nei campi dell’istruzione, della sanità e delle infrastrutture, ha portato l’Oman ad essere così come si presenta oggi.
Anche le donne hanno molta libertà, pur rispettando le tradizioni legate ai costumi e alle religioni: la maschera sul viso non deve trarre in inganno… è un’usanza legata a certi luoghi dell’interno e condivisa dalle donne stesse. Infatti le donne si dedicano ad ogni tipo di attività: negli uffici, negli hotel, a contatto con il pubblico e con incarichi ministeriali importantissimi, come quelli legati alla cultura. La religione impedisce di scoprire alcune parti del corpo, le donne omanite usano l’abito lungo e il velo ma, francamente, non mi è parso che per loro sia un problema.
A noi occidentali si richiede di non “eccedere” nell’uso dei nostri costumi. Anche il consumo di alcolici, vietato agli omaniti per questioni religiose, è consentito in parecchi hotel, come nella maggior parte di quelli presentati nei nostri pacchetti di viaggio.
Ho visitato l’Oman e ho cercato di trasmettere le sensazioni provate a contatto con questa bellissima realtà. I clienti che si recano in Oman sono esperti viaggiatori, hanno visto “mezzo mondo”, eppure tornano sempre affascinati da questa Terra.
2. Quali mete consigli a chi vuole scoprire per la prima volta gli straordinari paesaggi di questo paese?
La visita all’Oman Centrale è certamente la prima esperienza da consigliare. In questo modo si possono ammirare i contrasti che caratterizzano questo bellissimo Paese: si inizia dalla Capitale, Muscat, moderna e raffinata. Qui si può ammirare la vita degli omaniti di città, che vivono in casette candide e basse, dipinte di bianco e con qualche “vezzo” contrastante, in blu o rosso, che rifiniscono qualche piccola parte dell’edificio.
In contrapposizione, si può apprezzare maggiormente la maestosità della Grande Moschea, il simbolo più importante dell’Islam, dove si trova il tappeto più grande del mondo, la reggia del Sultano e il bellissimo Teatro, la Royal Opera House, inaugurato nel 2011… tutti palazzi magnifici, sfavillanti di marmi di “Carrara”, lampadari in cristallo Swarovski, intarsi in oro e ampie vetrate colorate. Poi si visitano i souq, il mercato del pesce, molto importanti e caratteristici, dove ci si meraviglia sia delle varietà e grandezze dei pesci, che della pulizia impeccabile.
Ci si inoltra quindi verso l’interno per immergersi nella natura: grazie alle auto fuoristrada si attraversano le montagne dell’Hajar, spoglie e imponenti, dai colori cangianti, dal bianco al nero. Si giunge ai wadi, bellissimi, in cui si può fare un bagno in acque tiepide e limpid, si giunge al deserto di Wahiba, più accessibile rispetto a quello del Sud (Rub Al Khali), per godere della sua tranquillità, ammirare il tramonto infuocato, trascorrere un tempo che pare sempre troppo breve, con i beduini, a contatto con la natura, guardando i dromedari sonnecchiare al sole, ascoltando il silenzio della notte… è un’esperienza unica.
Si giunge a Sinaw per visitare il mercato dei dromedari, si assiste alle trattative per la vendita di tanti diversi animali, tra cui le capre. Le donne (proprio quelle con la maschera sul volto), svolgono un compito importante, a fianco dei loro compagni.
Poi si prosegue per visitare l’antica Capitale, Nizwa, visitando i forti che si ergono a difesa delle città, quindi Sur, il villaggio di pescatori, così suggestivo, dove si ammireranno anche i cantieri per la costruzione dei dhow con i metodi antichi, imbarcazioni omanite interamente in legno, si assaggiano i tipici dolci a base di datteri ripieni e cosparsi di leggere spezie, si beve un thé aromatizzato con il cardamomo… in un mondo sereno che pare surreale.
Questo è quanto un visitatore dovrebbe sempre conoscere e rappresenta a grandi linee l’autenticità dell’Oman.
Certo non è tutto: proprio per questo motivo ci si deve tornare, per conoscere altri luoghi importanti, per approfondire ciò che si è ammirato in piccola parte con la prima visita.