Arrivo per la quarta volta a Teheran e sento che è l’inizio di un nuovo viaggio in questa terra meravigliosa che mi lascerà il segno.
Uscita dall’aeroporto, con la mia guida di fiducia, parto finalmente per Teheran, distante circa 40km, passando davanti al cantiere senza fine del mausoleo di Khomeini: la prima volta che sono venuta in Iran era il 2005 e c’era già questo immenso cantiere. Stanno costruendo una moschea ed un mausoleo per rendere onore a colui che in Iran è venerato più di qualsiasi altra cosa o persona.
Ci buttiamo nel traffico bestiale di questa megalopoli che aumenta anno dopo anno così come le dimensioni di questa città infinita ed iniziamo subito ad esplorarla con la visita del Palazzo Bianco e palazzo Verde, residenze degli ultimi due Scià prima della rivoluzione islamica…Rehza e Mohammed-Rehza. Le residenze si trovano insieme ad altri palazzi, all’interno del grande parco residenza ufficiale dello Scià: Saad Abad (complex palaces). Scendiamo poi nella zona di Niavaran per la visita del recente palazzo estivo (anni ‘70) voluto da Farah Diba.
Teheran dopo due giorni diventa insopportabile per il traffico e per l’inquinamento e quindi iniziamo il nostro percorso alla “riscoperta” di luoghi fantastici!
Partiamo per un “viaggetto” di circa 360 km direzione Hamedan. All’arrivo procediamo con la visita dall’esterno della torre del mausoleo di BuAli Sinna (Avicenna) e poi del mausoleo di Baba Taher dove assistiamo al rituale di un seguace del poeta che bagna la sua tomba e canta una delle sue poesie. Gli iraniani sono particolarmente legati ai loro poeti e in generali a tutti i personaggi che hanno reso il loro paese grande e famoso nella storia.
Poco distante c’è Ganjnameh dove ci rechiamo al tramonto per ammirare, con una luce particolare, la roccia con le incisioni rupestri cuneiformi, la cascata con i giochi di colori e il parco intorno diventato di divertimento e di ritrovo per la gente del luogo. Siamo su una collina sopra la città a 2100 metri circa a circa 8 km dal centro.
Per cena vado con la mia guida/amica in un ristorante tipico “Delta”, affollatissimo. Menù: spiedini di filetto di pollo arrotolato accompagnato dall’immancabile piattone di riso con un filo di Olio di agnello, pomodori, cetrioli, cipolla e il buonissimo Caskh bo dem gian ovvero una salsa di melanzane, pomodori e menta con olio e nel centro un cucchiaio di yogurt acido spolverato di menta, da gustare con il classico pane lavash, tutto annaffiato con una ottima pepsi: in Iran è severamente vietato l’uso di alcolici!
Il giorno seguente partiamo in direzione di Kashan con sosta a Qom: un lungo tragitto in autostrada per un trasferimento di circa 300 km attraversando dapprima una zona densamente irrigata e coltivata ed avvicinandoci poi al grande deserto centrale dove si trova Qom….. Qom è una città santa, la città natale di Khomeini e non è consentita la sosta fotografica se non si è musulmani e quindi ci fermiamo per fare soltanto qualche foto rubata all’esterno del santuario di Hazrta-e Masumeh (o santuario di Fatima).
Proseguendo a Kashan si visitano la moschea e la madrasa di Agha Bozorg e quindi arriviamo al bazaar dove ci fermiamo per degustare un buon te iraniano…bevuto all’iraniana.
Inizia quindi l’itinerario di un classico viaggio in Iran, quello che ho già fatto altre volte, ma non mi stancherò mai di ripetere.
Un viaggio in Iran è un viaggio di cultura, un viaggio di arricchimento, un viaggio con la V maiuscola!
…dopo 445km arriviamo a Yazd, ma lungo la strada ci fermiamo a Na’in dove visitiamo la famosa “Moschea del Jameh” del X secolo e a fianco i resti di un’antica fortezza di circa 2000 anni fa, ahime’ abbandonata…
Proprio qui, tra le case/baracche che circondano la fortezza, incontriamo due piccole bimbe con il tablet in mano che mi salutano in inglese e sono curiose di sapere da dove vengo e perché sono lì: segno evidente che anche l’Iran si sta occidentalizzando!
Arrivati a Yazd si comincia la ri-scoperta di uno dei centri storici più antichi del mondo, con la visita del “Complesso di Amir Chakhmaq”, la magnifica “Moschea del Jameh” colorata e illuminata dai fari notturni. Yazd è nota come il maggior centro degli zoroastriani: lo zoroastrismo era la religione più diffusa prima dell’avvento dell’Islam. Immancabile quindi la visita Tempio del fuoco (ormai è rimasta una piccola comunità in questa roccaforte islamica) e alle suggestive “Torri del silenzio”.
Ma, nonostante l’abbia vista e rivista, la città più bella, incantevole, dalle mille e una notte è senza dubbio Isfahan!
Avvicinandosi a Isfahan il paesaggio cambia velocemente: dalla zona arida e desertica si iniziano ad intravedere zone verdi e giardini ben curati, viali alberati e splendide fontane!
Eccoci nella perla dell’Iran: alloggio nel mio adorato Hotel Abbasi: oltre ad essere un albergo è davvero un monumento da visitare. E’ un palazzo dello Scià decoratissimo con specchi e miniature spettacolari; il giardino e le fontane (illuminate la sera) costituiscono una cornice imperdibile per prendere un thè.
Camminando nelle vie centrali della città vecchia si respira un’aria “meno” iraniana e più occidentale: sicuramente Isfahan è la città nella quale si sente maggiormente il vento del turismo! Girovaghiamo verso il ponte Si-o-Seh o ponte dei 33 archi, il ponte più lungo tra famosi vecchi ponti della città. Ponti che attraversano il fiume Zayandeh (ora asciutto da anni, da quando una diga ne ha bloccato il corso). Vista spettacolare con la luce del tramonto! La passeggiata lungo il corso del fiume è caratterizzata da curati e verdissimi giardini dove è assai piacevole degustare un ottimo gelato allo zafferano: specialità tipica iraniana! Non ci possiamo perdere lo spettacolo di Imam Square dopo il tramonto: le luci illuminano i minareti delle splendide moschee e i giochi d’acqua delle fontane che animano il cuore di questa città.
Il giorno seguente è venerdì: giornata di festa e preghiera nel mondo islamico e quindi anche in Iran. Imam Square è off-limits per i non musulmani, ma è interessante vedere il movimento delle persone che si recano in moschea per la preghiera mattutina e la devozione di questo popolo in una giornata tanto sacra.
Isfahan ha moltissimo da offrire: il palazzo delle 40 colonne, ovvero “Palazzo Chehel Sotun” e il piccolo palazzo degli otto paradisi ovvero il “Palazzo Hasht Behesht”, quindi proprio Imam Square con la visita del AliQapu Palace, e della sua sala della musica al 6′ piano ed infine la famosa “Moschea dell’Imam” una delle più belle e raffinate al mondo.
Addio Isfahan, addio Iran, anzi…arrivederci. Si perché questo in questo paese non si può non tornare. Spesso si dice: “in questi posti non si va tutti i giorni”, “questi viaggi si fanno una sola volta”… Non è così: l’Iran ti invita, la sua gente coriale ed ospitale ti accoglie a braccia aperte ed è impossibile non tornare ad ammirare luoghi che hanno caratterizzato la storia, a vedere moschee che sono le più raffinate tra tutti i paesi musulmani. Sicuramente è solo un arrivederci…a presto!
Federica Biondi, consulente di viaggi online Evolution Travel Italia